Ministri della Divina Epifania

Ministri della Divina Epifania
 


1. Signore Gesù,
Bambino nato per noi e apparso a noi,
questa sera siamo venuti in tanti ad adorarti.
Anche noi, come i Magi, siamo partiti da lontano,
spesso rischiarati e sostenuti
dalla luce e dallo splendore del tuo volto,
talvolta incerti ed esitanti,
per cui nel viaggio della vita
ci siamo fermati molte volte per domandare
il luogo della tua dimora,
perché Betlem, la grotta, la mangiatoia
non ci sembrano degni di un Dio
che viene a salvare l’uomo.
Sono segni di una miseria e ovvietà sconcertanti:
ecco perché, come i Magi,
anche noi andiamo a chiedere conferme e lumi.
Ci siamo rivolti anche a Erode
per domandare il luogo della tua dimora.
Erode non è solo il tiranno di Gerusalemme,
turbato e impaurito per la nascita
di qualcuno che gli può soffiare il potere.
Oggi, come in ogni tempo,
sono camuffati da Erode
i pretesi signori e i Saccenti e sicuri interpreti
di questa nostra storia che violentano
con la forza del potere
e la manipolazione dispotica delle coscienze.
Ma essi non sanno rispondere perché
tu, Signore, sei fuori dai loro orizzonti.
Non hanno bisogno di te.
Si autoincoronano e sanno crearsi
moltitudini di adulatori
sfamati con gli spiccioli
dell’ipocrisia e dell’asservimento.

2. Ci sono ancora uomini e donne che,
privati dai potenti della luce della stella,
delusi e disorientati,
preferiscono fermarsi
e non cercare più in te
il solo Dio che salva.
Ma oggi sono ancora tanti quelli che non ti conoscono,
non sanno dove abiti ma cercano e domandano.
Anche per loro c’è una stella che vedono sorgere
all’orizzonte della vita.
Una piccola luce che fa nascere una grande speranza.
Questa luce si è accesa
ed è sopra il luogo dove tu hai fissato la dimora:
la tua casa fra le nostre case,
la tua tenda fra le tende
della precarietà e della povertà
di tanti nostri fratelli.
Ormai non c’è più da attendere,
non ci si può attardare.
Bisogna seguire la stella, è necessario andare.
La stella non ci fa vaghi cercatori dell’orsa
o di altre costellazioni,
non ci illude con i colori delle fiabe
né con vuote promesse.
Questa stella ci guida
alla luce vera che illumina ogni uomo,
al Verbo che si è fatto carne,
all’Emmanuele che è Dio con noi,
ci indica la casa dove c’è il Bambino
con Maria sua Madre.
E’ questo Bambino che adoriamo
e riconosciamo Signore e Dio.

3. Questa casa è il luogo della contemplazione
e dell’adorazione ma è anche l’inizio della missione.
Non ci è dato fermarci.
Bisogna riprendere il cammino,
come i Magi che,
dopo aver adorato il Bambino e offerto i doni
“per un’altra strada fecero ritorno al loro paese”.
E’ la strada che percorriamo,
liberati dall’oscurità delle tenebre,
e dalla miseria del peccato,
grati per la vita redenta che ci è stata donata
ma impegnati a fermarci,
nel percorso che ci porterà
all’incontro pieno e definitivo con il Vivente,
lungo le strade della storia,
per annunziare, raccontare
lo stupore per le meraviglie del Bambino
che fa nuovi uomini e cose.

4. Il mandato che il Signore Gesù,
il Bambino che a noi si è manifestato,
che abbiamo adorato e contemplato nel presepe,
oggi ci affida è la narrazione delle meraviglie
che l’amore di Dio crea per noi.
Questo è quanto,con la grazia del tuo Spirito,
questa Chiesa si accinge a compiere
in questo anno di grazia,
sorretti e accompagnati dalla presenza,
dalla imitazione e dalla contemplazione
di Maria, la Vergine dell’ascolto e della contemplazione.
Da oggi questa è per la nostra Chiesa l’altra strada sulla quale andiamo ad annunziare
il vangelo della gioia messianica
e della forza rigenerante della speranza.

5. In questo nostro andare ci sovrastano
molte paure e notevoli diffidenze.
Stranamente questa strada,
a noi ben familiare e conosciuta,
si rivela faticosa e non adatta ai nostri soliti percorsi.
Esce dai nostri piccoli progetti
e dai soliti percorsi pastorali.
La stella che brilla ci invita a uscire
dalle nostre case e dalle nostre comunità
e ci guida altrove per portare la luce del Risorto
nella pienezza del suo splendore
a chi cammina nelle tenebre del dubbio,
nella nebbia della superficialità,
nell’apatia dell’indifferenza,
nel rifiuto del Dio che salva.

6. Santa Madre di Dio,
icona della Bellezza Infinita,
che continui a mostrarci,
nello stupore della contemplazione,
il Figlio tuo e nostro Salvatore Gesù,
con il tuo sguardo materno,
dolce, pensoso, forse triste,
guida i passi di questa nostra Chiesa,
cammina davanti ai tanti che,
mandati da colui che in nome
del tuo Figlio Gesù
presiede la carità di questa comunità,
mostra loro gli itinerari opportuni
perché come te, in fretta,
portino l’annunzio della speranza,
nel faticoso viaggio che,
con povertà di mezzi umani
ma con la ricchezza della grazia del Risorto,
oggi incomincia a muovere i suoi primi passi.

 


05/01/2006 Messa per il XVI di Episcopato e per il Mandato ai Missionari – 5 gennaio 2006

Documenti allegati: Epifania 2006.pdf
Pubblicazione TESTI E DISCORSI DI MONS. DOMENICO D’AMBROSIO