Messaggio per la Quaresima 2009

Messaggio per la Quaresima 2009


Or dunque – oracolo del Signore – ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti” ( Gl2,12 )

I. Il significato del digiuno quaresimale

1. Nel momento in cui in tanti, anche nel mondo opulento e ricco in cui viviamo, a fronte dello spreco di tante risorse che ci ha visti intenti ad accumulare nei magazzini dei nostri egoismi le ricchezze che sono per tutti perché dono della Provvidenza divina, siamo chiamati a confrontarci con una povertà non più distante ma a noi vicina e coinvolgente, risuona con chiarezza l’invito del Santo Padre che nel messaggio per la Quaresima di questo anno ci invita a riflettere “sul valore e sul senso del digiuno che ci aiuta a prendere coscienza della situazione in cui vivono tanti nostri fratelli”.

Le parole di Benedetto XVI non possono vederci distratti, sordi, indifferenti. Il digiuno nella sua dimensione ascetica non ha da spartire alcunché con le mode dietetiche o anoressiche oggi abbastanza diffuse: “La pratica del digiuno, in una cultura segnata dalla ricerca del benessere materiale, non può ridursi a una misura terapeutica per la cura del proprio corpo” (Benedetto XVI), né può essere confuso o fatto proprio da moderne forme di contestazione che hanno anche una loro dignità e un loro linguaggio.

E’ indubbio che se come ‘pratica religiosa’ il digiuno tradizionale conosce una reale disaffezione, oggi la privazione volontaria, ‘spettacolare’ del cibo, spesso assurge a una forma di linguaggio, una sorta di espediente per attirare attenzione e suscitare interrogativi su persone, diritti, cause che la società sembra dimenticare. E’ quasi un modo per protestare contro ingiustizie, diritti lesi..

E’ indubbio che se come ‘pratica reliiosa’ il digiuno tradizionale co-nosce una reale disaffezione, oggi la privazione volontaria, ’spettacolare’ del cibo, spessto assurge a una forma di linguaggio, una sorta di E’

Il nostro digiuno invece rientra nella logica di quell’atteggiamento nuovo che deve accompagnare la radicale conversione del cuore con l’esercizio volontario di gesti esterni di penitenza. Sono ancora le parole del Papa a ricordarci che “poiché tutti siamo appesantiti dal peccato e dalle sue conseguenze, il digiuno ci viene offerto come un mezzo per riannodare l’amicizia con il Signore. (………..) Il digiuno rappresenta una pratica ascetica importante, un’arma spirituale per lottare contro ogni eventuale attaccamento disordinato a noi stessi”.

Questa singolare forma di ascesi e di penitenza non può esaurirsi e ripiegarsi solo a beneficio spirituale di colui che la pratica, ma, come ci ricorda il Santo Padre, “scegliendo liberamente di privarci di qualco-sa per aiutare gli altri, mostriamo concretamente che il prossimo in difficoltà non ci è estraneo”. E invita: “Per mantenere vivo l’atteggia-mento di accoglienza e di attenzione verso i fratelli, incoraggio le par-rocchie e ogni altra comunità ad intensificare in Quaresima la pratica del digiuno personale e comunitario…..Questo è stato, sin dall’inizio, lo stile della comunità cristiana, nella quale venivano fatte speciali collet-te, e i fedeli erano invitati a dare ai poveri, quanto, grazie al digiuno, era stato messo da parte”.

 

2. Da queste parole e dalla lettura dell’attuale grave crisi che morde e inficia la serenità di molte nostre famiglie dilatando la forbice dei poveri in casa nostra e di casa nostra, scaturisce la motivazione e l’impegno per la Quaresima di carità che raccoglierà i frammenti di amore solidale, frutti del nostro digiuno, per dare inizio a quel fondo di garanzia solidale da me annunziato nell’Omelia per la festa del Santo Patrono San Lorenzo Maiorano lo scorso 7 febbraio o a piccole forme di microcredito per situazioni di reale emergenza di famiglie in documentate situazioni di forte disagio e impoverimento a causa della perdita di lavoro, del ricorso alla cassa integrazione e dei danni che il maltempo ha ingenerato nelle piccole imprese agricole a conduzione familiare.

L’invito pressante è rivolto, in questa Quaresima a tutta la nostra Chiesa, alle parrocchie, alle associazioni, ai gruppi, ai movimenti, ma anche ai singoli credenti perché partecipino in modo concreto e solidale alla costituzione del fondo di solidarietà con i segni concreti del digiuno e della sobrietà in questo tempo di penitenza, tempo opportuno e favorevole per capire e saperci privare di qualcosa per manifestare concretamente che il prossimo in difficoltà non può esserci estraneo.

Perché questa iniziativa proposta non resti nel vago e non sia rimandata nel tempo, nel mentre le urgenze e le povertà premono, accanto alla raccolta della Quaresima di carità, intendo aprire questo fondo con una immediata sottoscrizione presso la Curia Arcivescovile che si aprirà con un significativo, iniziale contributo della diocesi.

Nei prossimi giorni daremo indicazioni concrete per la raccolta dei segni di carità e per l’accesso al fondo di garanzia solidale

Di sicuro questo e tanti altri interventi di sostegno e di aiuto da parte della Chiesa Italiana, da parte, nel suo piccolo della nostra Chiesa, “non hanno – come recita il comunicato finale del Consiglio Perma-nente della CEI dello scorso mese di gennaio – la pretesa di costi-tuire la soluzione di un problema che ha proporzioni assai vaste e chiama in gioco responsabilità che la travalicano, ma rappresentano piuttosto il segno di un’attenzione solidale.

 

II. La Visita di Benedetto XVI
1. Ancora una volta il Successore di Pietro viene in mezzo a noi.

Domenica 21 giugno sarà una grande festa per la comunità dioce-sana, per i cari Frati Minori Cappuccini, per la Casa Sollievo della Sofferenza:

Benedetto XVI verrà a visitarci,

 

a confermarci nella fede, a indicarci le vie della speranza che, come figli della luce, dobbiamo continuare a percorrere.

Come non rendere grazie al Signore per questo dono?

Nel mentre ci prepariamo ad accogliere il Santo Padre, non possiamo non fare memoria – molti di noi erano presenti – della visita pastorale che il Servo di Dio Giovanni Paolo II ha fatto alla nostra Chiesa il 23 e 24 maggio 1987 con il ricco e prezioso magistero che ci ha lasciato.

Un piccolo ricordo delle tre intense tappe di quella visita:

23 maggio, San Giovanni Rotondo:

* con la celebrazione dell’Eucaristia nel Parco del Papa davanti a una folla sterminata di circa sessantamila persone: “ Cari fratelli e sorelle di San Giovanni Rotondo, siate sempre degni della testimonianza qui data da Padre Pio”.

* La visita al Santuario di Santa Maria delle Grazie e alla Tomba di Padre Pio da Pietrelcina: “ non furono forse l’altare e il confessionale i due poli della vita di Padre Pio? (….) La Messa fu per lui la ‘fonte e il culmine’, il perno e il centro di tutta la sua vita e di tutta la sua opera”. Chi non ricorda il Papa in prolungata e assorta preghiera sulla tomba di Padre Pio?

* L’incontro con la grande famiglia della Casa Sollievo della Sofferenza e la visita con il saluto personale a tutti i degenti ( circa 850): “Un aspetto essenziale del grande disegno di Padre Pio, era ed è che la degenza in questa Casa deve poter costituire sì una cura del corpo, ma anche una vera e propria educazione all’amore intesa come accettazione cristiana del dolore”

24 maggio, Monte Sant’Angelo: l’incontro con la popolazione di Monte Sant’Angelo e il pellegrinaggio al Santuario Basilica di San Michele Arcangelo: “Sono venuto per venerare e invocare l’Arcangelo San Michele, perché protegga e difenda la Santa Chiesa, in un momento in cui è difficile rendere un’autentica testimonianza cristiana senza compromessi e senza accomodamenti”.

Manfredonia: Visita e preghiera nella Chiesa Cattedrale e incontro con la popolazione dalla loggia della stessa: Manfredonia, città che hai le radici della tua fede nell’età apostolica e conservi nel cuore un fervido amore per la Madre di Dio, io ti benedico e ti saluto! ”.

2. E’ quanto mai opportuno, nel tempo della preparazione all’incontro con Benedetto XVI, richiamare quello che ci ha detto, nella memorabile udienza del 14 ottobre 2006 in Piazza San Pietro, concessa ai Frati Cappuccini del Santuario e della religiosa Provincia, alla famiglia della Casa Sollievo della Sofferenza, ai Gruppi di Pre-ghiera e ai pellegrini della nostra Arcidiocesi per il 50° anniversario della Casa Sollievo della Sofferenza. Presentando l’Opera di Padre Pio “come un grande cantiere animato dalla preghiera e destinato alla carità operosa”, ci ha invitati ad essere imitatori di San Pio da Pietrel-cina “per vivere una profonda esperienza spirituale, centrata sulla contemplazione di Cristo Crocifisso, rivelatore e mediatore dell’amore misericordioso del Padre celeste”.

Ha sottolineato il primato della comunione per tutti noi: “Tutti insieme voi formate una grande famiglia spirituale, perché vi ricono-scete figli di Padre Pio, un uomo semplice, un ‘povero Frate’, come diceva lui, al quale Dio ha affidato il perenne messaggio del suo Amore crocifisso per l’intera umanità”.

Con insistenza ci ha parlato della preghiera: “l’elemento, per così dire trasversale: l’anima di ogni iniziativa, la forza spirituale che muove tutto e tutto orienta secondo l’ordine della carità, che è ultimamente Dio stesso” e del “binomio fondamentale: amore di Dio e amore del prossimo, preghiera e carità”.

Ci ha impegnati al servizio della carità verso il prossimo, logica conseguenza dell’amore verso Dio: “Il Vangelo non consente scappatoie: chi si rivolge al Dio di Gesù Cristo viene spinto a servire i fratelli, e viceversa chi si dedica ai poveri vi scopre il misterioso volto di Dio”.

Con questo triplice impegno, vogliamo andare incontro a colui che viene in mezzo a noi nel nome del Signore per ridire la gioia del nostro essere Chiesa una e santa, sostenuta nel suo cammino dalla forza rigenerante della preghiera che rende visibile la sua testimo-nianza nel servizio generoso e costante ai fratelli.

3. Per amare la Chiesa e sentire come imperativo il vincolo della comunione, ci ricorda il Concilio Vaticano II, dobbiamo ancor più conoscerla nel suo essere, ”come un Sacramento o segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (LG 1).

Parte da questa esigenza la catechesi quaresimale sulla costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II: Lumen gentium.

Sulla falsariga degli incontri su San Paolo che ci hanno visti insieme nello scorso mese di gennaio in tutti i comuni della diocesi, vengono proposte quattro catechesi sulla citata Costituzione:

1) La Chiesa è mistero e si presenta come popolo di Dio ( capp.1- 2): Mercoledì 4 marzo

2) E’ organicamente strutturata (capp.3-4):  Mercoledì 11 marzo

3) Sua vocazione è la santità (capp.5-6): Mercoledì 18 marzo

4) Suo destino è il Regno dei cieli con Maria, Madre di Dio ( capp.7-8): lunedì 23 marzo

Preghiera

 

 

Vergine Maria,

Madre di Dio e Madre nostra,

tu che sei segno di sicura speranza

e di consolazione per tutti noi,

popolo di Dio in cammino,

aiutaci ad amare

la Chiesa del Figlio tuo Gesù.

Nella fede e nell’obbedienza

hai generato il Figlio di Dio.

Madre e vergine dell’ascolto,

rendici meno sordi e duri

alla Parola che salva.

Per tutti noi rifulgi

come modello di virtù.

Fa che contemplandoti

alla luce del Verbo fatto uomo,

possiamo entrare

più profondamente

nel mistero dell’incarnazione

e conformarci sempre più

al nostro modello e maestro:

Cristo Gesù.

 

 

 

Manfredonia 22 febbraio 2009

 

+ Domenico D’Ambrosio

 

arcivescovo

 


22/02/2009 S.E.R. Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio