VIVERE LA FEDE, AMARE LAVITA

VIVERE LA FEDE, AMARE LAVITA

Data: 07/02/2011

ASSEMBLEA DIOCESANA di AC- Basilica del Rosario Lecce 5 febbraio 2011

1. Un pensiero grato, una preghiera insistente, una
rinnovata professione di fedeltà sicura e scevra da distinguo e riduttive interpretazioni a colui che da Cristo Signore ha ricevuto il mandato di confermare nella fede i suoi fratelli e aiutarli a percorrere le strade del pellegrinaggio nel tempo, fedeli alla parola, costanti nella invocazione, attenti alla condivisione , impegnati ad essere anche nelle tenebre e in quella talvolta strana insipienza della storia, sale della terra e luce del mondo. Al Santo Padre Benedetto XVI, il nostro grazie e la nostra gioia nell’averle guida sicura e maestro di fede autentica e testimoniante.
Al nostro Em.mo e carissimo Cardinale Salvatore De Giorgi, il saluto deferente ma soprattutto affettuoso della sua
Chiesa madre di Lecce, del suo fratello nel servizio episcopale e in particolare della nostra grande famiglia dell’Azione Cattolica che da sempre , fin dagli inizi del suo Sacerdozio, è stata uno dei suoi ‘amori’, soprattutto degli anni meravigliosi del suo servizio Sacerdotale nella comunità parrocchiale di Santa Rosa in questa città e lungo il suo itinerante servìzio episcopale che è stato impreziosito dal gravoso ed entusiasmante mandato affidatogli dal Venerabile Giovanni Paolo II quale Assistente Ecclesiastico Generale dell’Azione Cattolica Italiana.
Al prof. Franco Miano, il benvenuto cordiale e riconoscente di tutti noi, mio personale e della Chiesa di Lecce e di una sua eletta, lo dico sottovoce ma non per questo meno vera, prediletta porzione che è l’Azione Cattolica. La sua presenza tra noi e il richiamo alla vocazione alla santità come traguardo imposto a tutti i suoi membri anche se i tempi e le modalità di arrivo, li decide la forza dello Spirito e la libera ma convinta risposta di ciascuno di noi, ci trovano pronti e sempre attenti all’eventualità di una nuova e decisa partenza.
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A voi tutti, miei carissimi AC, non mi piacciono troppo i termini membri, soci, vi accolgo con un cuore grande, talvolta i medici mi dicono forse un po’ più del normale, è giusto che sia così perché ne devo accogliere tanti, con la braccia, per fortuna lunghe, allargate al massimo per abbracciarvi tutti. Grazie per la vostra presenza, per il vostro servizio, per il vostro entusiasmo, per la vostra fedeltà , per il vostro amore alla Chiesa e per il bene che mi volete, sapete che ve ne voglio anch’io e mica poco…
Permettete che dica un grazie al Consiglio Diocesano e alla Presidenza ma soprattutto al nostro Presidente ecumenico, Massimo Vergari. Massimo, grazie per il lavoro che hai fatto. Attento, sereno, ricco di entusiasmo e significativamente aperto alla storia che vi vuole protagonisti e interlocutori, non chiuso alle povertà e alle emergenze che vi vedono protagonisti silenziosi ma operosi nelle fasce d’i povertà che coinvolgono i nostri fratelli immigrati, carcerati, poveri. Vorrei darti un voto ma in tempo di elezioni sarebbe una rottura del silenzio che nelle ore che precedono la chiusura dei seggi è d’obbligo. Comunque te lo meriti. Allora? Sufficiente, discreto, ottimo? Non posso pronunziarmi, in realtà mi sono pronunziato. A buoni intenditori …… ????
Devo dire grazie all’AC diocesana e in particolare al suo presidente per il riferimento e il dialogo costante con il vescovo, per la partecipazione intelligente e propositiva alla pastorale diocesana. Grazie in particolare per il legame e l’obbedienza vera al Pastore. Non posso non lodarvi per questo stile che vi appartiene . Non una obbedienza e un ascolto del vescovo che è sempre codificata negli statuti ma che talvolta può essere di facciata, di buoni propositi, di inchini e riverenze. Talvolta l’obbedienza si rivela solo di facciata perché si fa a meno del Vescovo e si decide senza di lui magari mortificando e facendo soffrire più del necessario chi crede in un certo cammino, lo sposa fino in fondo e poi si vede tradito da decisioni nette, senza appello e senza motivazioni plausibili. Questo tipo di obbedienza non può trovare spazio in questa nostra Chiesa.
2. Su questa nostra Assemblea veglia e intercede presso il
trono dell’Altissimo il nostro Servo di Dio don Ugo De Blasi che, in obbedienza al vescovo Mons. Costa, iniziò il suo servizio all’Azione Cattolica come assistente il giorno stesso della sua ordinazione Sacerdotale, domenica 20 luglio 1941, impegno che lo vedrà attento e guida sicura dell’associazione per molti anni, luminosi quelli in cui ricoprì la responsabilità di delegato vescovile dell’AC dal 1963 al 1975. Siamo certi di averlo in cielo intercessore interessato per la sua AC.
La sua vita santa ricorda a tutti noi, a voi laici impegnati e testimoni nel secolo, l’impegno a guadagnare ogni giorno la misura alta della vita cristiana, la santità come ci ricorda Giovanni Paolo II. Impegno che non chiede doni o carismi particolari: nasciamo santi con il battesimo. D’altronde dovrebbe essere chiaro per tutti noi, come scrive Georges Bernanos che “la casa di Dio è una casa di uomini, non di superuomini. I cristiani non sono superuomini. E i santi neppure, anzi meno ancora, perché sono i più umani degli uomini”. A questa categoria di santi appartengono ” gli operai instancabili che lavorano nella vigna del Signore, gli artefici
umili e grandi della crescita del Regno di Dio nella storia. Sono uomini e donne che nella vita e nelle attività di ogni giorno sono spesso inosservati e addirittura incompresi, sconosciuti ai grandi della terra ma guardati con amore dal Padre”(CL17).

Questi santi sono già tanti nell’Azione Cattolica, ne cito solo uno il Beato Pier Giorgio Frassati. La Chiesa e il mondo di questi santi hanno urgente bisogno. C’è , carissimi tutti, da rimboccarsi le maniche. Il Ven.le Giovanni Paolo II, lo ricorda con chiarezza ai Christifideles laici: “La dignità dei fedeli laici ci si rivela in pienezza se consideriamo la prima e fondamentale vocazione che il Padre in Gesù Cristo per mezzo dello Spirito rivolge a ciascuno di loro: la vocazione alla santità:Ossia alla perfezione della carità (CL16):

Ma dove si vive e si realizza questa santità laicale? “In modo peculiare nell’inserimento nelle realtà temporali e nella loro partecipazione alle attività terrene”(CL17), è la risposta dello stesso Pontefice.

3. C’ è un canto che l’AC è chiamata a far risuonare
sempre: l’inno alla vita, amandola, promuovendola, difendendola, annunziandola.
Non ci siamo stancati di questo dono: è la perla che il Signore ha messo nelle nostre mani, è talmente preziosa e di
grande valore che siamo disposti a lottare con tutte le nostre forze e con ogni mezzo perché nessuno ce la strappi o deturpi.
Ci lega alla vita un amore grande e totale. Siamo disposti a proteggerla e a salvaguardarla ad ogni costo e ad ogni prezzo.

Cari amici e ben più che amici, lo Spirito del Signore scenda su questa nostra assemblea e ci renda coraggiosi nell’annunzio, forti e determinati nella testimonianza, presenti alla storia con là presunzione di far entrare in essa il soffio nuovo della risurrezione e l’energia vitale della Pentecoste

Autore/Fonte: Mons. Domenico D’Ambrosio