25 anni di ‘Regina Pacis’ in Moldavia/1. La delegazione leccese in visita alle opere della Fondazione
articolo ripreso da portalecce
È trascorsa ieri la prima giornata ufficiale del viaggio missionario della delegazione leccese in Moldavia, che ha impiegato un intero giorno di viaggio, mercoledì, da Lecce a Chisinau.

Si è partiti subito dopo colazione, dalla residenza Fides, per raggiungere l’episcopio, dove la delegazione, guidata da mons. Angelo Raffaele Panzetta e mons. Michele Seccia, è stata accolta dal vescovo mons. Anton Cosa, che con gioia ha rivolto un saluto e si è vissuto un momento di incontro e condivisione. Tutte queste giornate sono organizzate e guidate da mons. Cesare Lodeserto, vicario generale e parroco di due parrocchie, tra cui la cattedrale oltre che presidente della Fondazione Regina Pacis.
Dopo l’incontro col vescovo di Chisinau, ci si è spostati in visita agli uffici della Fondazione che ricorda il compianto mons. Ruppi e alla mensa Papa Francesco, dove un gran numero di fratelli e sorelle hanno accolto festanti. Emozionante il momento della preghiera del Padre nostro nelle diverse lingue.
Nel pomeriggio, un momento davvero unico e storico, perché Chiesa di Lecce e Chiesa di Chisinau, per la prima volta, sono state accolte dalla presidente della repubblica moldava, Maia Sandu, la quale è stata in visita dal Santo Padre, questo mese, e ha espresso gratitudine e gioia per il grande servizio alla nazione, da parte della chiesa cattolica, non nascondendo le difficoltà che ci sono con la chiesa ortodossa. Ha dimostrato grande fiducia, speranza e disponibilità.
Successivamente si è raggiunto il Cenacolo Regina Pacis, struttura che accoglie minori abbandonati o abusati, permettendo una nuova vita e dignità. Lo stesso mons. Panzetta, dopo le varie testimonianze, ha sottolineato la bellezza di quella comunità dove ciascuno deve riscoprirsi amato da qualcun altro, un vero e proprio bene per l’esistenza e la vita dell’altro. Anche mons. Seccia, nell’omelia della messa da lui presieduta, ha sottolineato la necessità di riscoprire e vivere la virtù della speranza che deve diventare operativa, trasformando un sogno in carità concreta. Al termine, festa e rientro in struttura. Le tappe di oggi: il carcere di Goian e i villaggi di Varvareuca e Stauceni.