La testimonianza di Mons. Filograna

La testimonianza di Mons. Filograna

… Ancorato alla ricchezza del Vangelo. 

Sacerdote no prescription online pharmacy del Concilio Vaticano II

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Sono ancora vivi in me in questi giorni i ricordi di alcuni anni fa, quan­do Mons. D’Ambrosio venne a Lecce, mandato dal Papa, per guidare la nostra Chiesa. Ricordo ancora le parole sapienti che indirizzò a noi presbiteri nell’omelia d’ini­zio ministero: “Fratelli miei presbiteri… voi siete i miei fratelli e amici… Con voi dovrò annunziare, guidare, santificare questo popolo conSacrato al Signore non su strade scono­sciute o affollate da anonimi viandanti e per di più talvolta senza una meta, ma sulla via santa, quella che il Signore ha preparata per i suoi redenti, i suoi salvati. Spero di trasmettere anche a voi, un mio segreto quotidiano, graffiante tormento e una non del tutto nascosta tristezza: la santità a cui da sempre insieme a tutti voi sono stato chiama­to ma che mi vede viandante che percorre molto spesso con stanchezza e senza eccessivi entusiasmi questa strada obbli­gata, memori di quanto ci dice l’Apostolo Pietro nella sua pri­ma lettera: “come il Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta” (1Pt1,15).” Ma ricordo anche le parole che pronunciò nell’ Assem­blea Diocesana, (25 settembre 2009): “Se c’è una convinzione di fondo e un atteggiamento costante nel mio agire e nel mio operare che da sempre mi accompagnano, è la ricerca di un dialogo sereno, sincero, diretto, non per mandato a dire, che vivo con quelli che il Signore mi fa incontrare… Si cammina ciascuno e tutti sulla stessa strada… Mi sono riproposto di far crescere tra noi in particolare tra vescovo e presbiteri, tra presbiteri, tra vescovo, presbiteri e laici, la stima reciproca, il volersi bene (…) Da lontano… guardavo alla Chiesa di Lecce, al suo cammino, al suo impegno di fedeltà a Cristo, al suo aver avuto pastori grandi, saggi, sapienti che l’hanno guidata in questi ultimi decenni, che hanno letto, interpretato, e si è fatta portare da quel grande vento dello Spirito: il Concilio Vaticano II….”. In queste parole risuona il ritmo del cuore di Mons. D’Ambrosio e si intravede lo sguardo attento e illuminato dalla luce del Con­cilio Vaticano II. Mons. D’Ambrosio è un sa­cerdote del Vaticano II, della Presbyterorum Ordinis. È con­Sacrato Sacerdote lo stesso anno in cui il Concilio diventa norma nella vita della Chiesa. Muove i primi passi ispirandosi in modo crescente e quasi esclusivo, agli insegnamenti del Concilio. Dotato di grande intelligen­za, vive i suoi anni di parroco facendo riferimento alla teologia studiata negli anni di Seminario, ma anche, da audace interprete, delle direttive conciliari. Mons. D’Ambrosio si era formato su testi preconciliari, ma negli anni di teologia, ha avuto la fortuna di incontrare i Padri conciliari che nel Seminario raccontavano delle sessioni del Concilio e co­minciavano ad aprire i cuori e le intelligenze dei giovani studenti di Teologia. Mons. D’Ambro­sio mentre sperimenta le gioie pastorali della parrocchia coltiva intensamente il suo aggiorna­mento conciliare.

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È nel contesto di questi sforzi che il Vescovo chiede la sua collaborazione in altri settori della pastorale diocesana. Il suo modo di guardare alla Chiesa e di lavorare in essa, ri­flette in modo chiaro la teologia del Sacerdozio che il Concilio ha tracciato nel suo ricchissimo Decreto Presbyterorum Ordinis (PO). Il Decreto inquadra il Sacerdozio ministeriale e la sua triplice fun­zione docente, santificatrice e di governo nel cuore della missio­ne salvifica della Chiesa. Il presbitero partecipa alla conSacrazione e alla missione di Cristo, Capo e Pastore, il suo operare a favore degli uomini si comprende come servizio prestato a Dio, e l’ansia di unire alla propria lode quella di tutti gli uomini, diventa glorificazio­ne di Dio. Il Sacerdote, secondo la PO, è un uomo scelto, un uomo conSacra­to, un uomo inviato. Non è un delegato della comunità davanti a Dio, né un funzionario o un impiegato di Dio di fronte al popolo. È un uomo scelto da Dio tra gli uomini per realizzare in nome di Cristo il ministero della salvezza. È un uomo configurato ontologicamente a Cristo, Capo e Pastore della Chiesa, per agire in persona Christi e con la sua autorità. Ma nello stesso tempo la sua presenza tra gli uomini ha una forza evangelizzatrice. Inserito nella loro vita ordinaria, è quell’amico dal tratto semplice e cordiale, che sa ben capire e stimare le nobili realtà umane e nello stesso tempo è testimo­ne delle cose future, del Sacro, della vita eterna. È un uomo che sa cogliere e insegnare ai suoi fratelli con sollecitudine, la dimensione soprannaturale della loro esistenza, le ragioni della loro sete di felicità: è un uomo di Dio. Svolgendo il proprio ministero secondo l’esempio di Cristo, il cui cibo era fare la volontà del Padre, il presbitero raggiunge l’unità di vita, cioè l’armonia tra la sua vita interiore e gli impegni, tante volte dispersivi, del ministero pastorale, e, con la carità pastorale, vive orientato verso la santità. Mons. D’Ambrosio ci ha consegnato questa immagine di Sacerdote: ce l’ha illustrata magistralmente nei suoi scritti, ma soprattutto con l’esempla­rità della sua vita; questi sono i parametri dottrinali che la PO cinquant’anni fa affidava alla Chiesa, quando Mons. D’Am­brosio diventava Sacerdote e il Concilio Vaticano II veniva alla luce con la sua vocazione di rinnovamento e di evangelizza­zione.

+ Fernando Filograna

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