Il Messaggio di Natale dell’Arcivescovo

Il Messaggio di Natale dell’Arcivescovo

NATALE  2013

 

 “O Vergine, dà  presto la risposta. Rispondi sollecitamente all’angelo,

anzi attraverso l’angelo, al Signore. Rispondo la tua parola e accogli

la Parola:  dì  la tua parola  umana  e  concepisci  la  Parola divina,

emetti. la parola che passa e ricevi la Parola eterna”.

Perché tardi? Perché temi? Credi all’opera del Signore, dà il tuo

assenso ad essa, accoglila”.

 

            Sono parole tratte da un’omelia di San Bernardo sulla Madonna. Parola che chiedono anche a noi l’apertura al mistero e la rinnovata adesione alla Parola che viene a farsi storia umana. Accogliere la Parola è per noi oggi rendersi disponibili al mistero del Natale che ci apprestiamo a celebrare.

 

Natale è il mistero grande della Parola che si è fatta carne ed è venuta ad abitare con noi. Dio in Cristo Gesù si fa nostro compagno di viaggio. Da questo suo  venire a stare con noi e a camminare con noi, scaturisce l’impegno, come scrive Papa Francesco nella recente Esortazione apostolica Evangelii gaudium, a “uno sguardo di vicinanza per contemplare, commuoversi e fermarsi davanti all’altro tutte le volte che sia necessario”.

 

In questo tempo di avvertite  e sofferte solitudini, siamo chiamati ad accogliere l’invito del Papa che nello stesso documento scrive che “la Chiesa dovrà iniziare i suoi membri all’arte dell’accompagnamento perché tutti imparino sempre a togliersi i sandali davanti alla terra Sacra dell’altro. Dobbiamo dare  al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione”.

 

L’ascolto ci aiuta ad individuare il gesto e la parola opportuna che ci smuove dalla tranquilla condizione di spettatori e ci fa andare incontro ai molti curvati e prostrati dalle fatiche, dalle emarginazioni e dalle solitudini.

 

Il Natale di questo anno è intriso di timori, paure che spingono tanti ancor più alle solitudini sofferte e molti altri  a rinchiudersi nelle proprie sicurezze da difendere con il rischio di egoismi non conclamati ma di fatto cercati e accolti. E’ una scelta che non può appartenerci dal momento che la nostra solitudine è vinta dall’Emmanuele, il Dio con noi, il Dio che entra nella storia e si fa nostro compagno di viaggio. Il nostro Natale più che mai dovrà vincere qualche solitudine.

 

Sulla strada in questi giorni di festa troveremo qualcuno che quasi si ripara e protegge la sua solitudine. Fermiamoci! Invitiamolo a percorrere un tratto di strada con noi, magari portandolo  nella nostra casa perché condivida un momento di quella comunione di amore che è il segno e il riconoscimento del nostro essere discepoli di Cristo.

 

Anzi una proposta: nella cena pasquale gli Ebrei lasciavano a tavola sempre un posto e un bicchiere vuoto con l’auspicio di poter accogliere il profeta Elia. Non sarebbe bello lasciare un posto vuoto alla nostra tavola per invitare qualcuno degli ospiti delle nostre mense o dei  senza fissa dimora a condividere la gioia e la festa del Natale?

 

Che il Signore Gesù, il Figlio dell’Altissimo doni a tutti voi pace e serenità

 

Lecce Levitra No Prescription 15 dicembre 2013, III Domenica di Avvento

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