ALLARGARE GLI ORIZZONTI DELLA MISERICORDIA

ALLARGARE GLI ORIZZONTI DELLA MISERICORDIA

UnknownANNO PASTORALE 2015 – 2016

Carissimi Confratelli, Diaconi e Operatori pastorali,

In un contesto sociale nel quale non esiste più la “cristianità”, fortemente condizionato dalla mentalità immanentistica, consumistica e insidiato da una paurosa e dilagante povertà spirituale e materiale, Papa Francesco ci chiama a liberare Gesù prigioniero delle nostre strutture, ad essere itineranti e non sedentari, ad uscire dai nostri “accampamenti”, dai nostri cuori chiusi e ottusi, a vivere, strada facendo e a largo raggio, l’essenza del mistero della vita di Dio, essenza stessa del cristianesimo: “Dio è amore!” (1 Gv 4,8.16), “Dio ci ama!” (cf 1Gv 4,10-11.16.19). Ci esorta a testimoniare, con gesti che facciano trasparire chiaramente il primato della carità, il più grande di tutti i carismi, la volontà misericordiosa del Padre, che non si arrende di fronte all’incomprensione, alla colpa e alla miseria dell’uomo.

“Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre” (MV,1).

In prossimità del Giubileo Straordinario della Misericordia, che inizierà il prossimo 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione, e terminerà il 20 novembre 2016, solennità di Gesù Cristo Signore dell’Universo, incominciamo ad “aprire i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto” (MV, 15). Riflettiamo sulle opere di misericordia corporale e spirituale, risvegliando la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà ed entrando sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della Misericordia divina (cf MV, 15); cerchiamo di “contemplare il mistero della Misericordia, che racchiude non soltanto l’incarnazione, non soltanto la morte di croce, ma anche la risurrezione dai morti, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo dai morti” (Mons. D. U. D’Ambrosio, Lettera pastorale “Contemplare il mistero della Misericordia”, 10).

Non è possibile disattendere la grande parola di Gesù: “siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36). La misericordia di Dio “sarà sempre più grande di ogni peccato, e nessuno può porre un limite all’amore di Dio che perdona” (MV, 3). “Non è un’idea astratta, ma una realtà concreta con cui Egli rivela il suo amore come quello di un padre e di una madre che si commuovono fino dal profondo delle viscere per il proprio figlio. È veramente il caso di dire che è un amore viscerale” (MV, 6). Il termine “Misericordia”, dall’ebraico “rahamin”, indica, infatti, le viscere materne, residenza degli affetti.

Alla luce di queste premesse, diviene comprensibile l’entusiasmo con cui la Chiesa di Lecce ha accolto l’appello che Papa Francesco, in prossimità dell’Anno Santo della Misericordia, ha lanciato durante l’Angelus del 6 settembre 2015 di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per guerra e per fame e sono in cammino verso una speranza di vita. Il Santo Padre, inoltre, ha spronato ad “esprimere la concretezza del Vangelo”, rendendosi “prossimi” degli abbandonati, accogliendo bambini, donne e uomini di strada, senza arrendersi e guardando all’amore preferenziale del Padre verso i più deboli ed emarginati.

Ecco, allora, la Caritas Diocesana di Lecce pronta a coinvolgere parrocchie, istituti religiosi e famiglie affinché diano ospitalità a quanti, fuggendo dalla guerra e dalla fame, sperimentano momentaneamente una situazione di bisogno, senza trascurare, ovviamente, i separati, che da un momento all’altro si ritrovano senza un letto su cui dormire, i disoccupati e gli sfrattati, che ormai affollano le strade che quotidianamente percorriamo.

È necessario, pertanto, adoperarsi affinché la nostra Chiesa locale continui e diventi sempre più ospitale, luogo d’incontro privilegiato, capace di bypassare ogni forma di discriminazione, e che la nostra Caritas Diocesana sia “la carezza della Chiesa al suo popolo, la carezza della Chiesa madre ai suoi figli; la sua tenerezza e la sua vicinanza” (Francesco, 16.05.2013).

Maria, Madre della Misericordia, ci aiuti ad essere lenti all’ira e ricchi di amore e di fedeltà.

 

     Sempre aff.mo

Don Attilio Mesagne

 

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