Adorazione Eucaristica: Marzo 2014

Adorazione Eucaristica: Marzo 2014

Ufficio Diocesano Vocazioni

Adorazione Eucaristica    Marzo 2014  

Apostolato della Preghiera

 Vita contemplativa amicizia con Cristo, dono per tutti

Canto di 
Esposizione

 Introduzione

 

G.: Siamo riuniti come chiesa orante, in un cuore a cuore con Gesù, per ascoltare la sua Parola, lodarlo e domandargli il dono di sante vocazioni alla vita contemplativa: monaci, monache, eremiti che sappiano arricchire la Chiesa di quella Sapienza che fa gustare Dio e la sua presenza e diviene salvezza per i fratelli.

Primo momento: Chi sono i contemplativi ?


Monaca. Sono uomini e donne profetici, “sentinelle” testimoni della speranza che verrà “il mattino”. Persone che hanno messo Dio al centro della loro vita e che portano nel cuore e nella loro preghiera le gioie, le speranze, le difficoltà e le sofferenze di tutta l’umanità, rimanendo in ogni momento in profonda comunione con essa.

Preghiamo il Salmo 65 a cori alterni

 

Per te il silenzio è lode, o Dio, in Sion,

a te si sciolgono i voti.

 

A te, che ascolti la preghiera,

viene ogni mortale.

 

Pesano su di noi le nostre colpe,

ma tu perdoni i nostri delitti.

 

Beato chi hai scelto perché ti stia vicino: abiterà nei tuoi atri.


Ci sazieremo dei beni della tua casa, delle cose Sacre del tuo tempio.

Con i prodigi della tua giustizia,

tu ci rispondi, o Dio, nostra salvezza,

fiducia degli estremi confini della terra e dei mari più lontani.

 

Tu rendi saldi i monti con la tua forza, cinto di potenza.

 

Tu plachi il fragore del mare,

il fragore dei suoi flutti,
il tumulto dei popoli.

 

Silenzio

Canto: Servo per amore

 

G. In un mondo che sembra aver smarrito Dio, il senso del Sacro, del mistero, della preghiera, non sentite l’urgenza di restare nel mondo per aiutare gli altri? Cos’è che muove una giovane a desiderare di entrare in monastero?

Monaca: E’ la gioia di scegliere Dio come l’Unico necessario, amandolo esclusivamente come il tutto della vita e, amando Gesù, amare tutti i fratelli e le sorelle del mondo. La contemplativa desidera vivere con incondizionato amore, secondo la Parola del Vangelo, il Sacrificio di ogni bene. Se dimora in Cristo diventa irradiazione silenziosa d’amore e di grazia nel cuore della Chiesa. Nel monastero tutto è orientato alla ricerca del volto di Dio, tutto è ricondotto all’essenziale, tutto è mezzo per incontrare Lui.

L1. Da  vita di Antonio di S. Atanasio

Dopo la morte dei genitori, lasciato solo con la sorella ancor molto piccola, Antonio, all’età di diciotto o vent’anni, si prese cura della casa e della sorella. Non erano ancora trascorsi sei mesi dalla morte dei genitori, quando un giorno, mentre si recava, com’era sua abitudine, alla celebrazione eucaristica, andava riflettendo sulla ragione che aveva indotto gli apostoli a seguire il Salvatore, dopo aver abbandonato ogni cosa. Richiamava alla mente quegli uomini, di cui si parla negli Atti degli Apostoli che, venduti i loro beni, ne portarono il ricavato ai piedi degli apostoli, perché venissero distribuiti ai poveri. Pensava inoltre quali e quanti erano i beni che essi speravano di conseguire in cielo.

Meditando su queste cose entrò in chiesa, proprio mentre si leggeva il vangelo e sentì che il Signore aveva detto a quel ricco: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi e avrai un tesoro nei cieli» (Mt 19, 21). Allora Antonio, come se il racconto della vita dei santi gli fosse stato presentato dalla Provvidenza e quelle parole fossero state lette proprio per lui, uscì subito dalla chiesa, diede in dono agli abitanti del paese le proprietà che aveva ereditato dalla sua famiglia — possedeva infatti trecento campi molto fertili e ameni — perché non fossero motivo di affanno per sé e per la sorella. Vendette anche tutti i beni mobili e distribuì ai poveri la forte somma di denaro ricavata, riservandone solo una piccola parte per la sorella.[…]Trascorreva molto tempo in preghiera, poiché aveva imparato che bisognava ritirarsi e pregare continuamente (cfr. 1 Ts 5, 17). Era così attento alla lettura, che non gli sfuggiva nulla di quanto era scritto, ma conservava nell’animo ogni cosa al punto che la memoria finì per sostituire i libri. Tutti gli abitanti del paese e gli uomini giusti, della cui bontà si valeva, scorgendo un tale uomo lo chiamavano amico di Dio e alcuni lo amavano come un figlio, altri come un fratello.

Silenzio

 Canto: Ti seguirò

 

Secondo momento: Stare alla presenza del Signore

 

L2. Dal Primo libro dei Re (19, 8b.10.11)

Elia camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb. Là entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Che cosa fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti… Gli disse: «Esci e férmati sul monte alla presenza del Signore».

 Riflessione

L3. L’invito ad Elia di vivere alla sua presenza in un rapporto consapevole di personale, affettuosa amicizia e comunione con Lui, con lo sguardo rivolto “esclusivamente” a Dio costituisce il carisma di Elia, che è essenziale per l’uomo d’oggi e di sempre. Alla consapevolezza della Sua presenza, Dio aggiunge la sua Parola: “Esci e fermati sul monte alla mia presenza”. Con ciò indica che la presenza di Dio comporta delle conseguenze delle quali la più forte è uscire da se stessi, dai propri interessi di qualsiasi genere, e mettere al secondo posto, ma dipendente dal primo, tutta la realtà esistente perché, senza Dio, tutto è privo di significato per l’uomo. L’uomo per incontrare Dio e fermarsi alla sua Presenza deve uscire da se stesso e da tutto. Questa trasformazione in Dio non è possibile finché la persona umana non esce da tutto quello che è temporale e naturale, da tutte le affezioni e “maniere” spirituali, lasciando da parte e dimenticando tutte le tentazioni e i turbamenti, le sollecitudini e le preoccupazioni. Solo allora potrà gustare nel cuore e sperimentare nell’anima la presenza del Signore come il Tutto della vita.

Preghiamo insieme (S. Teresa Benedetta della Croce)

Chi sei dolce luce, che mi colmi
e rischiari l’oscurità del mio cuore? Tu mi conduci come la mano di una madre, se tu mi lasciassi
non saprei più muovere un passo. Tu sei lo spazio:
racchiudi e custodisci il mio essere. Abbandonato da te affonderebbe

nell’abisso del nulla
da cui l’hai tratto alla luce.
Tu, più vicino a me di me stessa, più intimo del mio stesso intimo eppure imprendibile ed inafferrabile
fai scaturire ogni nome:
Santo Spirito – eterno amore. Amen

Canto di invocazione dello Spirito Santo

 

Terzo momento: Testimoni di solidarietà

 

Dialogo tra un giovane e un contemplativo:

Giovane: Mi faccio voce di tanti giovani come me… viviamo l’incertezza del nostro futuro, a volte siamo scoraggiati, non riusciamo a dare un senso alla nostra vita e vediamo la vostra vita come una fuga o un privilegio…vi sentiamo lontani… come pensate di poterci aiutare con questa vostra scelta?

Monaca: La fecondità della vita contemplativa viene solo dall’uomo nuovo che nasce umilmente dall’esperienza del deserto. Le nostre veglie notturne, come il nostro sostare davanti all’Eucarestia, si fanno carico dell’ attesa di tanti fratelli vicini e lontani; i nostri digiuni vogliono esprimere la fame di Dio che tormenta l’uomo di oggi dovunque egli si trovi.

Così la nostra obbedienza, la nostra povertà e la nostra verginità non sono che il prolungare l’offerta di Gesù al Padre per tutti.
Noi monache, rimanendo nel nostro posto, percorriamo spiritualmente le strade del mondo fino ai suoi estremi confini, per tutta l’umanità. Sentiamo forte l’impegno, per voi e per la Chiesa, di perseverare là dove il Signore ci ha chiamato, offrendoci come supplemento della gioia che deriva dall’incontro con Cristo, al di là della nostra apparente inutilità e inattività.
La nostra solidarietà con voi si gioca nelle profondità dell’anima che messa a nudo e liberata da ogni legame con ciò che passa, sa mettersi al fianco dei fratelli nella prova portando l’esperienza del male e del loro immenso bisogno di Dio.
Noi desideriamo aiutarvi tenendo fisso lo sguardo su Gesù, nostra gioia, nostro maestro e sposo. Questa nostra vicinanza è pura misericordia di Dio.
Con voi siamo pellegrini sulle strade della vita e vi ricordiamo di vivere nell’attesa del giorno che verrà, il giorno luminoso senza tramonto.

Preghiere

Signore tu sei l’acqua viva: molti giovani diventino capaci di attingere da te la speranza per dissetare la loro sete di infinito.

Signore tu sei luce: e ci chiami a illuminare, benedire e irradiare la tua forza di vita,

Signore, tu sei il maestro: i formatori del nostro seminario aiutino i giovani a scoprire la bellezza seducente della tua Parola per conservarla nel cuore e testimoniarla nella vita.

Signore, tu sei gratuità

ogni Sacerdote partecipi allo spreco della vita che si fa dono d’amore a Dio, profumo di fede e carità per il bene dei fratelli.

 

Padre Nostro.

Insieme

Maria Vergine dell’ascolto e della contemplazione, madre dell’amore, sposa delle nozze eterne intercedi per la Chiesa della quale sei l’icona purissima, perché mai si rinchiuda e mai si fermi nella sua passione per instaurare il Regno. Madre del Vangelo vivente, sorgente di gioia per i piccoli prega per noi. Amen. (Papa Francesco- Evangelii Gaudiuum)

 

Benedizione eucaristica e canto finale mariano.

 

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