Adorazione Eucaristica Gennaio 2018

Adorazione Eucaristica Gennaio 2018

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ESPOSIZIONE

(Canto: “Sono qui a lodarti” o altro canto)   – Tempo di silenzio

 

SALMO 34

Benedirò in ogni tempo il Signore:

dalla mia bocca fioriscono laudi,

delira il cuore a comporre i suoi salmi,

ai disperati io porti la gioia.

                                                                      Con me lodate il Signore,

                                                                      il nome suo insieme esaltiamo,

                                                                      io l’ho cercato ed egli ha risposto,

                                                                      mi ha liberato da ogni timore.

A lui mirate e sarete raggianti

e non avrete più volti oscuri:

gridano i poveri ed egli li ascolta,

egli li libera da ogni angoscia.

                                                                      Pianta la tenda sul campo dei giusti

                                                                      e li difende un angelo santo:

                                                                      quanto è soave il Signore gustate,

                                                                      beato l’uomo che a lui si affida!   (insieme) Gloria al Padre…

 

PRIMO MOMENTO – ASCOLTO COME PROFESSIONE DI FEDE

 

G.: Siamo di fronte ad uno dei numerosi appelli all’ascolto presenti nel testo del Deuteronomio; l’ascolto è l’atteggiamento chiesto a Israele nei confronti delle parole di Mosè, dell’insegnamento che egli sta rivolgendo al popolo accampato nelle steppe di Moab sulle soglie della terra promessa. L’invito all’ascolto, lo Shema Israel, “Ascolta…Israele!” è la professione di fede che è quotidianamente sulle labbra di ogni israelita.

 

Dal libro del Deuteronomio (6, 4-8)

Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore. Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.

 

Lettore: L’ascolto dell’uomo porta a conoscere l’ascolto di Dio come dimensione in cui egli stesso è immerso, che lo precede e fonda. Nella vita spirituale si cresce a misura che si scende nelle profondità dell’ascolto. Ascoltare significa non solo confessare la presenza dell’altro, ma accettare di far spazio in sé a tale presenza fino a essere dimora dell’altro. L’esperienza dell’inabitazione della presenza divina in sé non è dissociabile dal divenire capaci di «dare ospitalità» agli altri grazie all’ascolto. Si comprende così che colui che ascolta, che definisce la sua identità in base al paradigma dell’ascolto, è anche colui che ama: in radice è vero che l’amore nasce dall’ascolto, amor ex auditu. L’ascolto «di Dio» diviene accoglienza, o meglio, svelamento in sé di una presenza intima a noi più ancora di quanto lo sia il nostro stesso «io». Per la Bibbia Dio non è «Colui che è», ma «Colui che parla», e parlando cerca relazione con l’uomo e suscita la sua libertà: infatti, se la parola è un dono, essa può sempre essere accolta o rifiutata. L’ascolto dell’uomo porta a conoscere l’ascolto di Dio come dimensione in cui egli stesso è immerso, che lo precede e fonda. Grazie all’ascolto, il cristiano cerca di vivere nella coscienza della presenza di Dio, dell’Altro che fonda il mistero irriducibile di ogni alterità. Il cristiano vive di ascolto. (Enzo Bianchi)                                 

Tempo di silenzio

 

PREGHIERA DIALOGATA

 (1 Coro) Signore, mi manca la capacità di ascolto. Non so ascoltare la natura, il prossimo e nemmeno me stesso. Fa’ che ascoltandoti diventi più sensibile e più attento a ciò che mi circonda e a ciò che avviene in me, nella mia mente e nel mio cuore. Tu non ci hai creati per vivere nell’inconsapevolezza, ma per conoscerti, amarti e lodarti.

 

(2 coro) Insegnami, sin dal primo mattino a fare silenzio nella mia mente e nel mio cuore affinché possa percepire i tuoi palpiti d’amore attraverso il mio respiro, i battiti del mio cuore, i riflessi della luce, le persone che mi hai messo accanto in famiglia, sul posto di lavoro, nelle varie occasioni sociali.

 

(1 coro) Aiutami a percepire il mistero della tua presenza paterna negli avvenimenti gioiosi e tristi della mia vita. Che io possa riconoscere anche nelle più piccole cose la tua immensa capacità di donare, affinché ti possa contraccambiare.

 

(2 coro) Rendimi attento alle parole del povero e del bisognoso: fa che non mi disperda nell’indifferenza e nell’apatia. Donami l’umiltà vera, affinché possa sintonizzarmi con la tua che hai dimostrato quando nel mistero dell’Incarnazione hai voluto ascoltare con tutto il tuo essere la creatura, per venirle incontro. Donami la capacità di ascoltare per amarti e lodarti in eterno!

 

(Canto: “Fammi conoscere” o altro canto)

 

SECONDO MOMENTO – UN “CUORE” CHE ASCOLTA

 

G.: Vivere è percorrere la stessa avventura del sordomuto della Decapoli: ognuno è un uomo che non sa parlare, un uomo che non sa ascoltare. Chi non sa ascoltare il proprio fratello presto non saprà neppure ascoltare Dio, sarà sempre lui a parlare, anche con il Signore. Guariremo tutti dalla povertà delle parole solo quando ci sarà donato un cuore che ascolta. È ciò che fa Gesù: porta in disparte il sordomuto, lo tocca con le sue dita, con il segno intimo e vitale della saliva.

 

Dal Vangelo secondo Marco (7, 31-37)

Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

 

Lettore: L’uomo, nella sua natura, è teso agli altri attraverso l’ascolto: mentre possiamo chiudere gli occhi, non possiamo “chiuderci le orecchie” … Con lo sguardo possediamo, poniamo distanze, decidiamo noi cosa guardare; invece con l’udito riceviamo in dono qualcosa, si crea intimità fra noi e ciò che ascoltiamo (e chi ascoltiamo). L’orecchio esprime sempre tensione verso gli altri, apertura spontanea, comunicazione. Eppure non è sempre facile ascoltare: è facile perdersi o distrarsi se non c’è un vero coinvolgimento di noi stessi nella nostra interezza. Inoltre, se non c’è ascolto non c’è parola: si è muti perché si è sordi, non viceversa; chi non ha mai sentito parlare non può imparare a farlo. Così, allora, prima di imparare a parlare, dobbiamo educarci all’ascolto perché altrimenti il nostro modo di stare con gli altri non sarà dialogo, ma un vuoto giro di discorsi fatti a su noi stessi. La relazione con Dio è soprattutto sciogliere i nodi che portiamo dentro e che ci impediscono di relazionarci con lui e con gli altri, di ascoltarci, per poi scogliere le nostre parole ed entrare in un dialogo che cambia davvero la nostra vita. L’udito è il “canale privilegiato” della relazione dell’uomo con Dio: la fede nasce sempre dall’ascolto. L’ascolto della Parola libera l’uomo ma senza lasciarlo solo: infatti lo lega a Dio, creando un legame con lui. Il vangelo guarisce le nostre chiusure, i nostri isolamenti aprendoci agli altri e eliminando ogni barriera. Il Verbo si fa Carne attraverso l’ascolto.

                                                    Tempo di silenzio

 

(Canto: “Beati quelli che ascoltano” o altro canto)

 

TERZO MOMENTO – MARIA DONNA DELL’ASCOLTO

 

G.: Ora rivolgiamo a Maria la nostra preghiera perché ci renda uomini dell’ascolto, della decisione e dell’azione

 

PREGHIERA A MARIA

  • Maria, donna dell’ascolto, rendi aperti i nostri orecchi; fa’ che sappiamo ascoltare la Parola del tuo Figlio Gesù tra le mille parole di questo mondo; fa’ che sappiamo ascoltare la realtà in cui viviamo, ogni persona che incontriamo, specialmente quella che è povera, bisognosa, in difficoltà.
  • Maria, donna della decisione, illumina la nostra mente e il nostro cuore, perché sappiamo obbedire alla Parola del tuo Figlio Gesù, senza tentennamenti; donaci il coraggio della decisione, di non lasciarci trascinare perché altri orientino la nostra vita.
  • Maria, donna dell’azione, fa’ che le nostre mani e i nostri piedi si muovano “in fretta” verso gli altri, per portare la carità e l’amore del tuo Figlio Gesù, per portare, come te, nel mondo la luce del Vangelo. Amen. (Papa Francesco)

 

INTERCESSIONI SPONTANEE

(Ad ogni tre invocazioni si risponde con il canone “Jesus le Christ” o altro canone)  

 

PADRE NOSTRO – BENEDIZIONE EUCARISTICA – (Canto: “Cantate al Signore” o altro canto)

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