PASQUA 2010 E’ Risorto ed è vivo in mezzo a noi

PASQUA 2010 E’ Risorto ed è vivo in mezzo a noi

Data: 04/04/2010

IL MESSAGGIO PASQUALE DELL’ARCIVESCOVO Testimoni del Risorto

O Padre, che in questo giorno, per mezzo del tuo unico Figlio,
hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna,
concedi a noi, che celebriamo la Pasqua di Risurrezione,
di essere rinnovati nel tuo Spirito per rinascere nella luce del Signore Risorto

La Veglia pasquale nel lungo ascolto della Parola proclamata, ci fa ripercorrere il faticoso e tortuosa cammino della storia della salvezza che giunge al suo compimento nella contemplazione del Cristo Risorto vittorioso sul peccato e sulla morte. Nella solenne Veglia che ci apprestiamo a celebrare risuonerà con forza il grande annuncio: “Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte, risorge vincitore dal sepolcro… “O notte veramente gloriosa, che ricongiunge la terra al cielo e l’uomo al suo Creatore!”. Oggi più che in ogni altro giorno possiamo cantare col Salmo 117: “Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci in esso ed esultiamo!”.
La Pasqua di Cristo Gesù è la pasqua dei suoi discepoli, di quanti in lui sono redenti, salvati, scelti, chiamati, inviati per cooperare all’avvento dei cieli nuovi e della terra nuova.
Il giorno della Risurrezione segna l’inizio di una nuova particolare categoria di discepoli: i testimoni. Sono quelli che con la vita e con le opere fanno della testimonianza un annunzio:
Gesù di Nazaret “ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio” (At 10,42).
Un testimonianza che è vissuta nel dinamismo dell’attesa: “Se siete risorti con Cristo… rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra” (Col 3.1.2). Una testimonianza che per non essere risucchiata nella sua autenticità dalla ordinarietà della storia è alimentata e nutrita dalla fede. È quanto ci viene insegnato dalla pagina evangelica. Pietro e Giovanni che corrono al sepolcro il mattino di Pasqua: “Entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette” (Gv 20,8).
Vedere con gli occhi della fede e del cuore e credere è la quotidiana esperienza del credente che sperimenta lo spazio di una presenza che rinsalda, dà forza, impegna ad un annunzio della vita nuova che si genera in lui e gli fa dono di orizzonti di fiducia e di speranza. Questa esperienza non può essere un tesoro geloso da custodire, non è una ricchezza da accumulare. È un dono da condividere, è una testimonianza da portare, forti di quel mandato che scioglie il nostro convenire in unum nel giorno del Signore: andate e portate a tutti la gioia del Signore Risorto. Alleluja!

Autore/Fonte: Mons. Domenico D’Ambrosio