Con Maria annunciatori e profeti di speranza

Con Maria annunciatori e profeti di speranza
Relazione all’Assemblea Diocesana per l’inizio dell’anno pastorale
 


Introduzione

1. Mi piace salutarvi con alcune parole della 2 lettera ai Corinzi: “Fratelli, state lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi” (2 Cor 13,11).

Il vedervi così presenti e numerosi dalle varie comunità, dai gruppi e aggregazioni ecclesiali, mi muove a un grazie grande, forte, affettuoso, così come notare le abituali assenze di quelli che hanno compiti e responsabilità grandi nell’annunzio e nella guida o manuducatio, suscita in me come anche in voi, sofferenza e turbamento.

Nonostante però questa piccola incrinatura devo dire che è il sentimento della gioia quello che pervade la nostra Assemblea: è la gioia del ritrovarsi insieme nel nome del Signore Gesù che ci fa Chiesa, è la gioia del saperci invitati a riprendere con speranza il cammino che, costituendoci nella categoria dei testimoni della presenza del Dio Santo nella storia e nel mondo, ci fa avvertire ancor più il bisogno del sostegno che dobbiamo donarci (fatevi coraggio a vicenda), per sperimentare e vivere la pace e l’amore che ci vengono dall’alto.

Siete qui convenuti perché convocati da colui che in nome e per mandato di Cristo Gesù, deve vegliare su di voi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo lo ha posto come vescovo “a pascere la Chiesa di Dio che egli si è acquistata con il suo sangue”. ( At 20,28)

Siamo qui per iniziare nel nome del Signore, sotto lo sguardo materno e dolce della Vergine Maria, Madre di Dio e nostra, il nuovo anno che ci vedrà come sempre vigili nel cogliere il passaggio di Dio nella nostra Chiesa, attenti nell’ascoltare e accogliere ogni sua parola, generosamente pronti nell’andare dove lui ci manda per portare e far conoscere il mistero del suo amore per ogni uomo.

Il percorso

2. Le motivazioni che sottendono a questa nostra assemblea e ci proiettano nel tratto di strada che siamo chiamati a percorrere, sono diverse. Occorre che ve le ricordi perché possiate comprendere il senso delle linee progettuali per la nostra Chiesa che vengo a presentarvi sì che, accolte e fatte proprie da ciascuno di noi, esprimano l’unitarietà del cammino nella varietà e peculiarità di carismi e doni con cui il Signore ama arricchire la sua Chiesa ovunque essa è chiamata a rendere ragione della sua fede e del suo impegno missionario.

• Da due anni abbiamo posto al centro del cammino della nostra Chiesa Il giorno del Signore con la mia lettera pastorale e con il recente Convegno Diocesano dello scorso maggio Il ‘nostro’ Giorno del Signore che ha in qualche modo verificato con la relativa Ricerca socio-religiosa lo stato di salute della nostra comunità su questo momento principe della sua vita, fornendo utili indicazioni, alcune delle quali saranno ripresentate nel corso di questa relazione con indicazioni operative per il prossimo anno pastorale.

• Il 28 agosto 1955 la storia della nostra Chiesa ha vissuto un momento significativo con l’incoronazione dell’icona della Madonna di Siponto per le mani del Patriarca di Venezia Card. Angelo Giuseppe Roncalli, oggi Beato Giovanni XXIII.
Pochi giorni fa, domenica 28 agosto, abbiamo vissuto il ricordo celebrativo con l’Eucaristia presieduta dal Card. Salvatore De Giorgi, arcivescovo di Palermo.
E’ una semplice data da ricordare o una ulteriore, propizia occasione che lo sguardo sulla fede e sulla esemplarità di Maria può offrire al volto mariano e missionario della nostra comunità? Questo anniversario motiva la scelta dell’Anno Mariano missionario per la nostra diocesi che vivremo a partire dalla Solennità dell’Immacolata del corrente anno.

• Non possiamo distrarci o arroccarci nei nostri solitari progetti che hanno la loro ragione d’essere se scaturiscono di sicuro da quanto ci viene chiesto dalle reali esigenze di una fede da vivere e annunciare nel luogo particolare in cui siamo chiamati ad essere testimoni credibili del Vangelo che salva.
Come vescovo so di dover portare ed educare la Chiesa che servo a vivere la sollicitudo omnium ecclesiarum. Siamo partecipi a pieno titolo della vita, delle istanze e della profezia delle Chiese che sono in Italia che si preparano al IV Convegno ecclesiale che si svolgerà a Verona dal 16 al 20 ottobre 2006.
Abbiamo nelle mani la traccia di riflessione che viene affidata alla Chiesa particolare “nella quale i Vescovi, con i consigli presbiterali e i consigli pastorali, individueranno le forme più opportune perché la riflessione coinvolga tutti e in modo particolare i fedeli laici”.
Ritengo che le proposte contenute in questo sussidio possano sostenere, come indicherò più avanti, il cammino per la missione che vedrà all’opera la nostra Chiesa nell’imminente nuovo anno pastorale.

Il ‘Giorno del Signore’

3. Il Congresso Eucaristico Nazionale “Senza la Domenica non possiamo vivere”, celebrato nello scorso mese di maggio a Bari ci ha visti impegnati nel proporre e nel vivere la ricchezza del giorno santo. Nella lettera pastorale ho scritto che “questa è una opportunità da non disattendere per invitare la nostra comunità a vivere e a celebrare nella sua interezza ‘il Giorno del Signore’ “.

Accanto alle varie e lodevoli iniziative e proposte che ogni comunità nella fedeltà alle indicazioni contenute nel suddetto documento, ha portato avanti, ho voluto privilegiare quella dei missionari della domenica accolta e fatta propria da molte parrocchie con un significativo gruppo di laici disponibili per questa inedita forma di animazione ‘per quelli che sono fuori’ dalle nostre assemblee domenicali.

Al di là degli inevitabili limiti dovuti alla novità della proposta e al suo primo approccio, è da prendere atto che per molti operatori ha avuto il merito di far condividere ‘ a quelli di fuori’ la gioia e la forza di una fede vissuta e alimentata dalla Parola e dall’Eucaristia.

E’ indubbio che per il prosieguo di questa proposta bisognerà provvedere ad una adeguata e puntuale formazione dei missionari, operando una scelta oculata che dovrà individuare persone non soltanto disponibili al servizio, ma adeguatamente preparate e capaci di comunicare e trasmettere un messaggio.

Il Convegno Diocesano

4. Ho ritenuto opportuno di fronte alla complessità delle varie problematiche riguardanti il giorno del Signore, di avviare una inchiesta socio-religiosa. Devo dare atto della pronta disponibilità, professionalità e competenza del sociologo prof. Silvio Cavicchia che in breve tempo ha preparato una ricerca socio-religiosa sul giorno del Signore che ha coinvolto in varie sfaccettature molti di voi, presentandone i risultati di notevole rilievo e di forte sostegno per la nostra progettazione pastorale, al recente Convegno Diocesano.
Ora si tratta di mettere mano ai risultati e ai dati oggettivi emersi, facendoli entrare nel vissuto della nostra azione pastorale che da essi potrà ricevere un orientamento sicuro che non parte dalle intuizioni di qualcuno ma scaturisce ed è confermato anche dalle problematiche, dal vissuto e dalle difficoltà della comunità.
Il compito del gruppo di lavoro che ha portato avanti l’inchiesta socioreligiosa ora dovrà continuare con la pubblicazione della stessa ma anche con il significativo apporto che i dati ricavati potranno dare alla preparazione e al programma dell’anno mariano/missionario.
Mi sembra significativa e di grande importanza una osservazione di ordine generale che il prof. Cavicchia ha ricavato dalla lettura dei dati, quando afferma che in una analoga ricerca fatta venti anni fa in occasione del Sinodo diocesano, il gruppo dei ‘vicini’, i praticanti allora appariva come un diaframma con i ‘lontani’. Sembrava una Chiesa autocentrata più che impegnata nel rapporto Chiesa-mondo.
Oggi il diaframma sembra non esserci più dacché si evidenzia una maggiore attenzione verso il sociale con una cultura che non esclude il bisogno di Dio. Ora almeno nelle intenzioni questa frattura non c’è più. I ‘vicini’, i praticanti possono fare da cerniera e non da diaframma .
Mi preme far mia e presentare alla comune riflessione un’altra importante sottolineatura che si evince dai dati scomposti e analizzati della ricerca. Si rivelano, è una osservazione del prof. Cavicchia, “limiti nel processo di comunicazione e diffusione dei messaggi e la difficoltà da parte del Vescovo di farsi ascoltare omogeneamente dai cristiani dell’intera diocesi (è da sottolineare che gli intervistati sono i cristiani più vicini, i frequentanti assidui ed impegnati)”.

E continua: “Emerge che in generale sia tra i parrocchiani sia tra le associazioni, la lettera pastorale del Vescovo è poco conosciuta e diffusa….Prima conseguenza è che i laici ( parrocchiani ed associazioni) hanno dato scarse indicazioni in merito ai punti più fattibili o meno della lettera pastorale“.

Sono consapevole e convinto che non è sufficiente ed esaustiva una lettura sociologica dei dati e guai a pensare che essa, da sola sia sufficiente per la completezza delle risposte che cerchiamo. E’ indispensabile anche e, soprattutto per noi, una interpretazione sapienziale, evangelica ed ecclesiale per non incorrere in una lettura che privilegia il dato razionale ma chiude il cuore e la mente alle suggestioni dello Spirito.

Anno mariano missionario

5. Da molto tempo andavo pensando alla ricorrenza cinquantenaria della incoronazione della Madonna di Siponto e al modo più giusto non solo per celebrare e ricordare degnamente e solennemente l’evento del 28 agosto 1955, ma per ricavare da questo evento significativo per la storia della Chiesa in cui viviamo, opportune indicazioni perché il fatto celebrato or sono cinquant’anni aiuti tutti noi a imitare Maria, serva della Parola che si fa pellegrina per portare in fretta e comunicare la ricchezza del Verbo Incarnato.
Ecco dunque la proposta dell’anno mariano che porrà al centro della nostra venerazione Maria, umile serva del Signore, per conoscerla ancora di più e imitarla nel suo cammino di fede.

Momento centrale dell’anno mariano sarà la peregrinatio dell’Icona della Madonna di Siponto che visiterà i paesi e le parrocchie dell’arcidiocesi che, durante la permanenza dell’Icona, vivranno il momento di una missione popolare straordinaria i cui contenuti saranno attinti dagli ultimi documenti della CEI, in particolare:

• Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia (2001)
• Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia ( 2004 )
• Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo ( 2005).

Nelle prossime settimane si riunirà il gruppo di lavoro che dovrà preparare la missione nei vari aspetti e curare la formazione dei nostri missionari ( Sacerdoti, religiosi/e, laici ) nei mesi di ottobre e novembre.
E’ abbozzato già il calendario della peregrinatio che vi sarà presentato e concordato in vista della sua stesura definitiva.

Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo

6. Dal 16 al 20 ottobre 2006 la Chiesa Italiana dopo quello di Roma (1976), Loreto (1985), e Palermo (1995), celebrerà il suo IV Convegno Ecclesiale: Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo. Leggiamo nella traccia di riflessione in preparazione al Convegno: “In questo inizio di millennio, carico di sfide e di possibilità, il Signore Risorto chiama i cristiani a essere suoi testimoni credibili, mediante una vita rigenerata dallo Spirito e capace di porre i segni di un’umanità e di un mondo rinnovati”.
L’itinerario che siamo chiamati a percorrere in preparazione al Convegno con la proposta di riflessione contenuta nella traccia, può bene inserirsi e sostenere il nostro anno mariano missionario.
Sembra a me opportuno scegliere il tema del Convegno e i contenuti della traccia di riflessione per la nostra missione.
Sono quattro le domande che declinano gli elementi attorno a cui ruota la riflessione della Chiesa Italiana:
– Come Gesù Risorto rigenera la vita nella speranza?
– Come la fede in Gesù Cristo, Crocifisso e Risorto, ci rende testimoni di speranza?
– Come essere uomini e donne che testimoniano nella storia la speranza?
– Come la speranza aiuta a comprendere e vivere le situazioni che maggiormente interpellano l’esistenza contemporanea?
La missione che vivremo nel corso dell’anno che andiamo ad iniziare, dovrà essere un forte annunzio di speranza per le nostre comunità spesso stanche e sonnacchiose, impegnate a dar fondo ai pochi e sterili residui di una fede che ci è stata tramandata ma incapaci nel cogliere le attese e le sfide dell’ora presente che domandano a noi cristiani, come ci ricorda l’Apostolo Pietro, di essere “pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1Pt3,15).

L’anno che ci attende ci deve vedere impegnati nell’annunzio e nella comunicazione del Vangelo che è speranza e vita per quanti lo accolgono. E’ una Chiesa che si riappropria della sua dimensione missionaria, quella che scaturisce dalle parole di Gesù: ”Andate in tutto il mondo predicate il vangelo ad ogni creatura “ (Mc16,15). “ Questo comando di Gesù non è nuovo, è quello di sempre – scrivono i Vescovi Italiani nel documento Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia – Ma in un’epoca di cambiamento come la nostra diventa nuovo. Da esso dipendono il volto del cristianesimo nel futuro, come pure il futuro della nostra società….Nella vita delle nostre comunità deve esserci un solo desiderio: che tutti conoscano Cristo, che lo scoprano per la prima volta o lo riscoprano se ne hanno perduto memoria; per fare esperienza del suo amore nella fraternità dei suoi discepoli”.

E’ un grande impegno, è un compito immane, è una responsabilità che è di ogni discepolo, di ogni battezzato.
E’ la consegna che riceviamo da Maria, l’umile serva della Parola. Risuonano per noi le sue parole, forti, vere, sicure, garantite, efficaci: “ Fate quello che egli vi dirà “ (Gv2,5).

Sia per tutti noi la nostra Madonna, Madre e Regina di Siponto, odigitria, ci prenda per mano e ci indichi la strada che conduce a Gesù.

 


06/09/2005 6 settembre 2005, Relazione all’Assemblea Diocesana per l’inizio dell’anno pastorale

Documenti allegati: Con Maria….Ass.Diocesana -05.pdf
Pubblicazione TESTI E DISCORSI DI MONS. DOMENICO D’AMBROSIO